sabato 24 maggio 2014

Papa Francesco  è partito per la Terra Santa 
È iniziato il viaggio del Papa in Terra Santa. L'Airbus A321 dell'Alitalia con a bordo Papa Francesco è decollato dall'aeroporto di Fiumicino alle ore 8.33 alla volta di Amman, prima tappa del viaggio apostolico in Terra Santa. L'arrivo nello scalo internazionale Queen Alia è previsto alle 13 ora di Amman.

Appena sceso dalla vettura a Fiumicino, Papa Francesco, sorridente, con nella mano sinistra la sua borsa di pelle nera, è stato accolto dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin. Quindi dirigendosi verso l'Airbus A321 dell'Alitalia, è stato salutato dalle varie autorità presenti: per prima con il ministro Marianna Madia, con la quale si è intrattenuto cordialmente per alcuni secondi.

Quindi è stato salutato dal vescovo della Diocesi di Porto Santa Rosina, Gino Reali; poi è stata la volta del vice direttore generale business dell'Alitalia Giancarlo Schisano; dell'amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Lorenzo Lo Presti; dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, e del vicesindaco di Fiumicino, Annamaria Anselmi. Bergoglio, nel breve tragitto ha voluto personalmente salutare ad uno ad uno tutti i presenti, compresi i rappresentanti delle forze dell'ordine.

Quindi, sempre con la consueta borsa di pelle nera nella mano sinistra, è salito spedito, pur appoggiandosi al corrimano, la scaletta dell'aereo battezzato "Piazza del Duomo Lecce". Quindi, si è girato ed ha salutato più volte i presenti con ampi cenni della mano.

Venti minuti in profondo raccoglimento davanti all’immagine di Maria Salus Populi Romani. Si può dire che il Papa abbia iniziato così, ieri (venerdì) poco prima delle 11, con la preghiera in Santa Maria Maggiore, il viaggio in Terra Santa che prende ufficialmente il via questa mattina di sabato col decollo dell’Airbus Alitalia da Fiumicino alla volta di Amman.

Il gesto di affidamento alla Madonna del pellegrinaggio che in tre giorni – il rientro a Roma è previsto per le 23 di lunedì – lo porterà in Giordania (oggi), nei Territori palestinesi (domattina) e in Israele (nel pomeriggio di domani e lunedì) rinnova la preghiera mariana che introdusse e suggellò l’altro viaggio internazionale del suo pontificato, a Rio de Janeiro nel luglio 2013 per la Gmg. E si può immaginare l’intensità della preghiera di Francesco alla vigilia di un viaggio ricco di suggestioni – si pensi solo all’abbraccio domani sera nella basilica del Santo Sepolcro col patriarca ecumenico Bartolomeo I, che rinnova dopo 50 anni esatti quello storico tra Paolo VI e Atenagora – e che condurrà il Papa al cuore di ferite ancora aperte. È grande dunque l’attesa per la presenza, la parola e i gesti di Bergoglio in questa terra dove ogni pietra parla al cuore del credente ma che è ancora percorsa da formidabili tensioni politiche, sociali e religiose, e dove ogni atto significativo – nel bene e nel male – ha un immediato riverbero globale.

Di parole e gesti il viaggio papale si annuncia particolarmente denso, già a partire dall’arrivo in Giordania (alle 12.45) con l’accoglienza da parte delle autorità del regno cui rivolgerà il primo degli 11 discorsi – più tre omelie – previsti nelle 54 ore della sua permanenza in Terra Santa. Scorrendo il programma ufficiale, si intuiscono lo spessore, il significato ma anche la fatica di questo viaggio, conoscendo quanto il Papa si spenda nella relazione con le persone che lo incontrano, lo salutano, gli vogliono parlare. E il primo momento nel quale Francesco potrà dialogare con la gente che abita la Terra Santa arriva già questa sera: dopo la Messa allo stadio di Amman, alle 15, e la visita al sito del Battesimo a Betania oltre il Giordano, il Papa è infatti atteso poco dopo le 18 a un incontro con rifugiati e disabili.

Betlemme e Gerusalemme sono le due tappe di domenica. In elicottero, di primo mattino, il Papa raggiungerà la Palestina: sulla piazza della Natività 10mila fedeli parteciperanno alla Messa in programma alle 10, dopo l’incontro con le autorità palestinesi. Il pranzo con alcune famiglie locali al Convento francescano di Casa Nova è un altro momento di condivisione molto atteso, così come l’incontro con gli abitanti del Campo profughi di Dheisheh, Aida e Beit Jibrin, e in particolare con i bambini, dopo la preghiera nella grotta dove vide la luce il Bambino.

Da Betlemme a Gerusalemme, passando per l’aeroporto di Tel Aviv, il pellegrinaggio prevede poco dopo le 17 la firma di una dichiarazione congiunta con Bartolomeo e, un’ora dopo, la celebrazione ecumenica nella basilica del Santo Sepolcro. Altrettanto fitta l’agenda di lunedì, giornata nella quale il Papa dopo la domenica dedicata alla comunità cristiana incontrerà i rappresentanti di ebrei e islamici nei luoghi per loro più significativi: il Muro del Pianto, il memoriale della Shoah (Yad Vashem), la Spianata delle moschee, in una giornata che prevede anche la Messa nel Cenacolo con gli ordinari di Terra Santa e l’incontro con sacerdoti, religiosi e seminaristi nella chiesa del Getsemani.


Francesco Ognibene

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