Vangelo del Giorno
A cura di Mons. Costantino Di Bruno assistente
centrale del Movimento Apostolico
Dare la sua vita per i propri amici
23 MAGGIO (Gv 15,12-17)
23 MAGGIO (Gv 15,12-17)
Gesù dice ai suoi discepoli che non c’è amore più grande di colui che dona la vita per i propri amici. Il cristianesimo è questo dono di vita. Cristo Gesù superò questo amore, andò infinitamente oltre. Lui la vita la diede per noi che eravamo empi, non amici.
Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione (Rm 5,1-11).
Il dono che Cristo Gesù ha fatto della sua vita è letto da Paolo in modo personalistico. Gesù non ha dato la vita per gli altri – l’ha data anche – l’ha data per me. Per me è disceso dal cielo, per me è salito sulla croce, per me è morto, per me è risorto. Ha versato il suo sangue per me. Ha dato la sua carne in sacrificio per me.
Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano (Gal 2,15-21).
Dinanzi a tanta grandezza e sublimità d’amore nasce nel cuore di Paolo un solo desiderio: dare la vita, viverla interamente per Cristo. Una vita per una vita, tutta, per intero, senza trattenersi nulla per sé. La sua vita è di Cristo Gesù. Questa regola vale per ogni cristiano. Chi diviene una sola vita con Cristo, deve anche divenire una sola vita per Cristo. Ma nessuno potrà divenire una sola vita per Cristo, se non diviene una sola vita in Cristo. Divenuti una sola vita in Cristo, si offre la vita a Cristo per la salvezza di giusti ed empi, senza alcuna distinzione, per ogni uomo, così come ha fatto il nostro Maestro e Signore, morto per gli empi nel tempo stabilito.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Come per Gesù non vi è stata alcuna distinzione tra empi e giusti. Lui la vita l’ha data per ogni uomo. Così deve essere per ogni suo discepolo, che nel battesimo è divenuto sua vita, suo corpo, sua missione, suo dono d’amore. Anche lui è chiamato a dare la vita per ogni uomo. Nessuno escluso, a cominciare dagli empi e dai nemici di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una sola vita in Cristo.
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