martedì 24 marzo 2015

LA CHIESA SOFFRE NEI SUOI MARTIRI

Cristiani in chiesa nel Kurdistan iracheno.
Cristiani in chiesa nel Kurdistan iracheno.
LA Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, che ricorre.ogg, 24 marzo, è un momento favorevole per ricordare nella preghiera tanti fratelli che cercano di portare il messaggio del Vangelo a rischio della loro vita. Ogni anno, infatti, si registrano numerose uccisioni di missionari perpetrate nel nome dell’odio e della violenza. I missionari portano la buona notizia della salvezza offerta da Cristo e in cambio a volte ricevono ostilità e persecuzione. Il pensiero va alla difficile situazione in alcuni Paesi del Medio Oriente, come la Siria, dove i cristiani sono costretti a fuggire. A questo proposito, non possiamo fare a meno di ricordare padre Frans van der Lugt, il settantacinquenne gesuita olandese ucciso il 7 aprile 2014 a Homs in Siria. È stato trucidato poco dopo l’alba da uomini armati all’esterno della chiesa di Bustan a Diwan. Era un uomo di pace, che con grande coraggio aveva deciso di restare nel Paese nonostante i rischi e la drammatica situazione, perché amava il popolo siriano a cui aveva dedicato la sua vita. Le persecuzioni contro i cristiani non hanno limite di nazione o di crudeltà. Basti ricordare le violenze perpetrate dai fanatici religiosi radicali, a partire dall’agosto 2014, nel Kurdistan iracheno nei confronti dei cristiani che da secoli vivono in quelle terre. Città come Mosul, Kirkuk ed Erbil hanno visto l’esodo di migliaia di cristiani costretti a lasciare le loro abitazioni e i loro averi pur di non venire uccisi.
N.G.

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