Don
Lorenzo Ghiglione
Caro Don, caro amico fraterno e mio direttore spirituale per tantissimi anni, volevo riordarti, con tanto affetto, in questo Giovedì Santo 2015 a quasi otto anni dal tuo ritorno alla casa del Padre.
Sono sicuro che un giorno ci rivedremo.
Pubblico un profilo di don Renzo Ghiglione, tracciato - in
occasione del funerale - da don Silvio Grilli, suo compagno di Messa.
Il testo contiene anche il contributo di pensiero di don Carlo
Parodi, anch’egli suo compagno di Messa e di Don Michele Cavallero, che
era con Don Renzo durante la tragica escursione.
Mercoledì
scorso, 10 ottobre (2007) , la notizia della tragica morte di Don Renzo, come
un macigno, ha colpito e appesantito il cuore di tutti. Nessuno voleva credere
a quanto era accaduto, tanto sembrava impossibile che fossimo stati privati
della presenza di una persona, di un sacerdote, così caro ed amato.
Tutti
abbiamo rivolto il pensiero ai suoi familiari: in particolare alla mamma
Colombina, al fratello Claudio, alla sorella Marica.
La
preghiera e la fede ci aiutano a pensare a Don Renzo ritornato al Padre,
partendo dalle sue montagne che amava, da quella natura che tante volte lo
aveva avvicinato al Signore e nelle cui braccia di Padre misteriosamente lo ha
deposto e affidato, dopo che tutta la sua vita, che ora possiamo contemplare
con un unico colpo d'occhio, sempre è stata orientata al servizio del Regno di
Dio.
Ricordare
ora qualche tappa del suo cammino terreno ci aiuterà a riportare alla memoria
le tante grazie che il Signore ha compiuto attraverso Don Renzo.
Nacque
ai Giovi, frazione di Mignanego, il 2 maggio del 1949, da papà Enrico, che lo
ha preceduto in Paradiso 4 anni fa, e da mamma “Bina”, genitori forgiati nella
fede cristiana e nell'appartenenza alla Chiesa attraverso l'esperienza
dell'Azione Cattolica.
Ai
Giovi risiedette fino all'età di 8 anni. Poi la sua famiglia si trasferì a
Pontedecimo.
La
famiglia e la parrocchia furono i due polmoni spirituali con cui respirò e che
formarono la sua personalità.
La
sua generosità, spontanea e vivace, lo condusse ad ascoltare con attenzione la
voce del Signore che lo chiamava alla vita sacerdotale. A 17 anni, dopo aver
frequentato l'Istituto Tecnico Industriale, entrò in Seminario dove terminò gli
studi liceali e quelli di teologia. Nei lunghi anni di maturazione e di
preparazione al sacerdozio, fu uno studente brillante ed un seminarista sereno,
cordiale, ubbidiente, capace di vera amicizia con i suoi compagni, uno sportivo
capace e tenace. Negli anni della teologia iniziò il suo cammino di
educatore dei ragazzi e dei giovani quando al sabato e alla domenica i
seminaristi erano mandati a far esperienza nelle parrocchie e d'estate erano
inviati ad aiutare i preti nei campiscuola in montagna. Già in quegl'anni del Seminario
manifestò la sua particolare attitudine di sacerdote appassionato della
pastorale giovanile.
Il
29 giugno del 1974 venne ordinato sacerdote in Cattedrale dal Card. Giuseppe
Siri, che lo destinò alla Parrocchia di Sant'Ambrogio di Voltri, dove rimase 6
anni come Viceparroco e dove, passato ormai un trentennio, ancora è ricordato
con nostalgia ed affetto. A Sant' Ambrogio svolse così bene il suo servizio
sacerdotale e pastorale tra la gioventù da essere chiamato dal Cardinale al
compito di Assistente diocesano di Azione Cattolica.
Per
dieci anni è stato in mezzo ai giovani della Chiesa genovese che vide frutti
copiosi nell'associazionismo di Azione Cattolica. Quanti campiscuola!
Quanti incontri serali in tutte le parrocchie! Quanti convegni! Non solo con i
giovani di A. C., ma con gli Scout e di altre associazioni e
movimenti. Sapeva coinvolgere e incoraggiare, con pazienza e tenacia, con
mitezza e rispetto verso tutti: ragazzi, educatori o giovani preti assistenti
dell'associazione.
Al
termine di questa fatica fu nominato Parroco a San Rocco di Principe e vi
rimase per cinque anni. Il nuovo incarico lo aiutò ad allargare ulteriormente
il suo raggio di azione pastorale: non soltanto i ragazzi e i giovani trovarono
spazio nel suo grande cuore e nella sua nuova comunità, ma tutti i
parrocchiani. Anche a San Rocco ha lasciato una traccia indelebile del suo
passaggio.
Nel
1995 il Card. Giovanni Canestri notò la sua attitudine alla guida spirituale
dei ragazzi e lo nominò Rettore del Seminario Minore. Al Chiappeto gestì un
delicato periodo di transizione che stava avvenendo in tutta la Chiesa italiana e che si
concluse con la chiusura dei seminari minori.Una scelta considerata opportuna
ma che chiudeva una lunghissima tradizione delle diocesi italiane: Don Renzo fu
capace di trasformare l'esperienza del Seminario Minore, definitivamente
chiuso, in un nuovo cammino vocazionale, comunque rivolto ai ragazzi e ai
giovani. Nacquero con lui le esperienze di accompagnamento vocazionale
denominate comunità "Eccomi" e gruppo "Samuel".
In
quel periodo venne nominato anche responsabile dell'Ufficio diocesano per la Pastorale Familiare ,
dove profuse energie e capacità uniche.
Quanti
giovani con lui hanno imparato a sperimentare l'avvicinamento al sacramento del
matrimonio come una chiamata del Signore ad un particolare cammino di
santificazione! E non sono pochi i giovani preti in diocesi che devono anche a
lui la maturazione della loro vocazione sacerdotale.
Agli
amici, Don Renzo, in quel periodo continuava a confidare la sua nostalgia per
la missione di Parroco. Nell'anno 2000 il Card. Tettamanzi lo nominò Parroco
della Parrocchia di San Bartolomeo della Certosa: una delle più grandi della
Diocesi, dove, anche come Vicario foraneo ha dato sicuramente il meglio di se stesso.Se
il suo impegno di pastore intelligente, poliedrico e infaticabile lo aveva
portato a spendersi nelle citate diverse esperienze nella Chiesa diocesana, che
ha amato più che se stesso con spirito di fedeltà e di servizio, nella comunità
di San Bartolomeo ha profuso tutte le sue forze e soprattutto la sua grande
esperienza di educatore e di pastore.
Come
pastore ha amato la sua comunità, così come un padre ama tutti i suoi figli. E
come padre spirituale ha saputo capirli ed ascoltarli, con discrezione, premura
ed affetto, come solo lui sapeva fare.
Nell'accompagnare
i suoi parrocchiani nella vita cristiana sapeva trasmettere loro, perché la
viveva lui stesso, quella tensione verso un di più, che è la segreta
aspirazione del cuore umano e che conduce a Dio. Negli ultimi anni si era
dedicato ai "cammini" di riavvicinamento degli adulti alla fede, che
sono stati per molti un momento prezioso di riscoperta e di ritorno alla fede e
si era impegnato a fondo a sostenere, per chi già credeva, il "cammino"
di maturazione più profonda della fede stessa.
Le
celebrazioni eucaristiche, le liturgie che presiedeva e le sue omelie sapevano
davvero coinvolgere; toccavano il cuore, aiutavano a riflettere seriamente,
servivano a credere con maggior convinzione e a fare della comunità
parrocchiale una testimonianza credibile del Vangelo. Con i piccoli sapeva
farsi uno di loro, giocava con loro, trasmettendo gioia e guidandoli
delicatamente verso il Signore. Ai giovani si proponeva con amabile
pazienza e nello stesso con evangelica esigenza. Agli adulti chiedeva senso di
responsabilità e generosità di vita. Agli anziani sapeva sempre donare coraggio
e fiducia. Il fascino spirituale della sua persona avvicinava tutti e di fronte
a lui nessuno rimaneva indifferente. A tutti insegnava a salire verso il
traguardo della vita, interpretandola come un cammino in montagna, mettendosi
talvolta davanti a tutti come guida (come amava fare nei campiscuola nella sua
Pratorotondo) talvolta invece rimanendo in fondo, per non lasciare soli gli
ultimi.
Ma
con la determinazione di arrivare sulla vetta, dove ora ci attende e con
l'obiettivo, prima o poi, di arrivarci tutti.
Lettera dal Consiglio Pastorale di San Bartolomeo della Certosa
Caro
don Renzo, ti scriviamo, noi del Consiglio Pastorale, e quindi a nome di tutta
la parrocchia.
Quando sei giunto, dono
insperato, nella nostra comunità, era tra noi ancora il caro don Pino e
ricordo che ci sottolineavi le delicatezze e le attenzioni che lui aveva nei
tuoi confronti ma a noi non sfuggivano tutte quelle che avevi nei suoi.
Hai cercato di inserirti tra noi facendo ben attenzione a rispettare le
nostre consuetudini e al contempo di farci crescere nella fede e nell'unità,
insegnando a molti che non è possibile continuare a camminare nella fede ancora
con le scarpe della Prima Comunione ma che bisogna progredire per essere
pienamente ciò che tutti siamo chiamati a diventare e per trovare un senso vero
e completo alla nostra esistenza. Tu hai lavorato perché divenissimo dei reali
testimoni di Cristo non solo tra noi ma tra la gente del quartiere, che in
questi giorni si è fatta sentire, e hai proposto e sostenuto iniziative
di varia natura per arrivare a tutti. Ora te lo possiamo ribadire: non era
facile tenere il tuo passo ma ci siamo fidati e abbiamo già visto teneri
germogli del tuo instancabile seminare. Quello che ti stava più a cuore era che
fossimo uno in Cristo. Purtroppo la nostra comunità parrocchiale non è
sempre stata all'altezza di ciò ma sappiamo che da questo dolore
sta già nascendo una realtà nuova che supererà barriere reali o fittizie.
In questi anni hai cercato di rinvigorire e potenziare l'esistente ma
soprattutto hai saputo, con un coraggio pastorale che poteva sfiorare
l'impopolarità, aprire la chiesa e la parrocchia a tutti perché ognuno
potesse incontrare Cristo nella sua condizione di vita sia in sintonia e
comunione con la Chiesa
sia in difficoltà o allontanamento mosso dalla certezza che Cristo vuole un
uomo eretto davanti a sé e lo ama nella sua concretezza fatta anche di miseria.
Comunque ci hai lasciati in buone mani: don Vincenzo in questi giorni è stato
straordinario e certamente insieme riusciremo a proseguire il cammino
intrapreso. Chiederemo al nostro Vescovo di sostenere la nostra comunità
come sappiamo che ha già fatto e come hanno fatto i suoi predecessori. Vogliamo
prometterti che continueremo a servire la Chiesa che tu tanto hai amato perché luogo dove
l'uomo può incontrare Gesù Cristo e saremo vicini ai futuri pastori a cui
il Signore vorrà affidarci e li custodiremo perché sappiamo bene che non
dobbiamo rimanere fedeli a te ma fedeli al Cristo che tu ci hai testimoniato
con le tue parole e il tuo agire. Arrivederci, caro Don Renzo!
Pubblico un profilo di don Renzo Ghiglione, pronunciato - in
occasione del funerale - da don Silvio Grilli, suo compagno di Messa.
Il testo contiene anche il contributo di pensiero di don Carlo
Parodi, anch’egli suo compagno di Messa e di Don Michele Cavallero, che
era con Don Renzo durante la tragica escursione.
Mercoledì
scorso, 10 ottobre (2007) , la notizia della tragica morte di Don Renzo, come
un macigno, ha colpito e appesantito il cuore di tutti. Nessuno voleva credere
a quanto era accaduto, tanto sembrava impossibile che fossimo stati privati
della presenza di una persona, di un sacerdote, così caro ed amato.
Tutti
abbiamo rivolto il pensiero ai suoi familiari: in particolare alla mamma
Colombina, al fratello Claudio, alla sorella Marica.
La
preghiera e la fede ci aiutano a pensare a Don Renzo ritornato al Padre,
partendo dalle sue montagne che amava, da quella natura che tante volte lo
aveva avvicinato al Signore e nelle cui braccia di Padre misteriosamente lo ha
deposto e affidato, dopo che tutta la sua vita, che ora possiamo contemplare
con un unico colpo d'occhio, sempre è stata orientata al servizio del Regno di
Dio.
Ricordare
ora qualche tappa del suo cammino terreno ci aiuterà a riportare alla memoria
le tante grazie che il Signore ha compiuto attraverso Don Renzo.
Nacque
ai Giovi, frazione di Mignanego, il 2 maggio del 1949, da papà Enrico, che lo
ha preceduto in Paradiso 4 anni fa, e da mamma “Bina”, genitori forgiati nella
fede cristiana e nell'appartenenza alla Chiesa attraverso l'esperienza
dell'Azione Cattolica.
Ai
Giovi risiedette fino all'età di 8 anni. Poi la sua famiglia si trasferì a
Pontedecimo.
La
famiglia e la parrocchia furono i due polmoni spirituali con cui respirò e che
formarono la sua personalità.
La
sua generosità, spontanea e vivace, lo condusse ad ascoltare con attenzione la
voce del Signore che lo chiamava alla vita sacerdotale. A 17 anni, dopo aver
frequentato l'Istituto Tecnico Industriale, entrò in Seminario dove terminò gli
studi liceali e quelli di teologia. Nei lunghi anni di maturazione e di
preparazione al sacerdozio, fu uno studente brillante ed un seminarista sereno,
cordiale, ubbidiente, capace di vera amicizia con i suoi compagni, uno sportivo
capace e tenace. Negli anni della teologia iniziò il suo cammino di
educatore dei ragazzi e dei giovani quando al sabato e alla domenica i
seminaristi erano mandati a far esperienza nelle parrocchie e d'estate erano
inviati ad aiutare i preti nei campiscuola in montagna. Già in quegl'anni del Seminario
manifestò la sua particolare attitudine di sacerdote appassionato della
pastorale giovanile.
Il
29 giugno del 1974 venne ordinato sacerdote in Cattedrale dal Card. Giuseppe
Siri, che lo destinò alla Parrocchia di Sant'Ambrogio di Voltri, dove rimase 6
anni come Viceparroco e dove, passato ormai un trentennio, ancora è ricordato
con nostalgia ed affetto. A Sant' Ambrogio svolse così bene il suo servizio
sacerdotale e pastorale tra la gioventù da essere chiamato dal Cardinale al
compito di Assistente diocesano di Azione Cattolica.
Per
dieci anni è stato in mezzo ai giovani della Chiesa genovese che vide frutti
copiosi nell'associazionismo di Azione Cattolica. Quanti campiscuola!
Quanti incontri serali in tutte le parrocchie! Quanti convegni! Non solo con i
giovani di A. C., ma con gli Scout e di altre associazioni e
movimenti. Sapeva coinvolgere e incoraggiare, con pazienza e tenacia, con
mitezza e rispetto verso tutti: ragazzi, educatori o giovani preti assistenti
dell'associazione.
Al
termine di questa fatica fu nominato Parroco a San Rocco di Principe e vi
rimase per cinque anni. Il nuovo incarico lo aiutò ad allargare ulteriormente
il suo raggio di azione pastorale: non soltanto i ragazzi e i giovani trovarono
spazio nel suo grande cuore e nella sua nuova comunità, ma tutti i
parrocchiani. Anche a San Rocco ha lasciato una traccia indelebile del suo
passaggio.
Nel
1995 il Card. Giovanni Canestri notò la sua attitudine alla guida spirituale
dei ragazzi e lo nominò Rettore del Seminario Minore. Al Chiappeto gestì un
delicato periodo di transizione che stava avvenendo in tutta la Chiesa italiana e che si
concluse con la chiusura dei seminari minori.Una scelta considerata opportuna
ma che chiudeva una lunghissima tradizione delle diocesi italiane: Don Renzo fu
capace di trasformare l'esperienza del Seminario Minore, definitivamente
chiuso, in un nuovo cammino vocazionale, comunque rivolto ai ragazzi e ai
giovani. Nacquero con lui le esperienze di accompagnamento vocazionale
denominate comunità "Eccomi" e gruppo "Samuel".
In
quel periodo venne nominato anche responsabile dell'Ufficio diocesano per la Pastorale Familiare ,
dove profuse energie e capacità uniche.
Quanti
giovani con lui hanno imparato a sperimentare l'avvicinamento al sacramento del
matrimonio come una chiamata del Signore ad un particolare cammino di
santificazione! E non sono pochi i giovani preti in diocesi che devono anche a
lui la maturazione della loro vocazione sacerdotale.
Agli
amici, Don Renzo, in quel periodo continuava a confidare la sua nostalgia per
la missione di Parroco. Nell'anno 2000 il Card. Tettamanzi lo nominò Parroco
della Parrocchia di San Bartolomeo della Certosa: una delle più grandi della
Diocesi, dove, anche come Vicario foraneo ha dato sicuramente il meglio di se stesso.Se
il suo impegno di pastore intelligente, poliedrico e infaticabile lo aveva
portato a spendersi nelle citate diverse esperienze nella Chiesa diocesana, che
ha amato più che se stesso con spirito di fedeltà e di servizio, nella comunità
di San Bartolomeo ha profuso tutte le sue forze e soprattutto la sua grande
esperienza di educatore e di pastore.
Come
pastore ha amato la sua comunità, così come un padre ama tutti i suoi figli. E
come padre spirituale ha saputo capirli ed ascoltarli, con discrezione, premura
ed affetto, come solo lui sapeva fare.
Nell'accompagnare
i suoi parrocchiani nella vita cristiana sapeva trasmettere loro, perché la
viveva lui stesso, quella tensione verso un di più, che è la segreta
aspirazione del cuore umano e che conduce a Dio. Negli ultimi anni si era
dedicato ai "cammini" di riavvicinamento degli adulti alla fede, che
sono stati per molti un momento prezioso di riscoperta e di ritorno alla fede e
si era impegnato a fondo a sostenere, per chi già credeva, il "cammino"
di maturazione più profonda della fede stessa.
Le
celebrazioni eucaristiche, le liturgie che presiedeva e le sue omelie sapevano
davvero coinvolgere; toccavano il cuore, aiutavano a riflettere seriamente,
servivano a credere con maggior convinzione e a fare della comunità
parrocchiale una testimonianza credibile del Vangelo. Con i piccoli sapeva
farsi uno di loro, giocava con loro, trasmettendo gioia e guidandoli
delicatamente verso il Signore. Ai giovani si proponeva con amabile
pazienza e nello stesso con evangelica esigenza. Agli adulti chiedeva senso di
responsabilità e generosità di vita. Agli anziani sapeva sempre donare coraggio
e fiducia. Il fascino spirituale della sua persona avvicinava tutti e di fronte
a lui nessuno rimaneva indifferente. A tutti insegnava a salire verso il
traguardo della vita, interpretandola come un cammino in montagna, mettendosi
talvolta davanti a tutti come guida (come amava fare nei campiscuola nella sua
Pratorotondo) talvolta invece rimanendo in fondo, per non lasciare soli gli
ultimi.
Ma
con la determinazione di arrivare sulla vetta, dove ora ci attende e con
l'obiettivo, prima o poi, di arrivarci tutti.
Lettera dal Consiglio Pastorale di San Bartolomeo della Certosa
Caro
don Renzo, ti scriviamo, noi del Consiglio Pastorale, e quindi a nome di tutta
la parrocchia.
Quando sei giunto, dono
insperato, nella nostra comunità, era tra noi ancora il caro don Pino e
ricordo che ci sottolineavi le delicatezze e le attenzioni che lui aveva nei
tuoi confronti ma a noi non sfuggivano tutte quelle che avevi nei suoi.
Hai cercato di inserirti tra noi facendo ben attenzione a rispettare le
nostre consuetudini e al contempo di farci crescere nella fede e nell'unità,
insegnando a molti che non è possibile continuare a camminare nella fede ancora
con le scarpe della Prima Comunione ma che bisogna progredire per essere
pienamente ciò che tutti siamo chiamati a diventare e per trovare un senso vero
e completo alla nostra esistenza. Tu hai lavorato perché divenissimo dei reali
testimoni di Cristo non solo tra noi ma tra la gente del quartiere, che in
questi giorni si è fatta sentire, e hai proposto e sostenuto iniziative
di varia natura per arrivare a tutti. Ora te lo possiamo ribadire: non era
facile tenere il tuo passo ma ci siamo fidati e abbiamo già visto teneri
germogli del tuo instancabile seminare. Quello che ti stava più a cuore era che
fossimo uno in Cristo. Purtroppo la nostra comunità parrocchiale non è
sempre stata all'altezza di ciò ma sappiamo che da questo dolore
sta già nascendo una realtà nuova che supererà barriere reali o fittizie.
In questi anni hai cercato di rinvigorire e potenziare l'esistente ma
soprattutto hai saputo, con un coraggio pastorale che poteva sfiorare
l'impopolarità, aprire la chiesa e la parrocchia a tutti perché ognuno
potesse incontrare Cristo nella sua condizione di vita sia in sintonia e
comunione con la Chiesa
sia in difficoltà o allontanamento mosso dalla certezza che Cristo vuole un
uomo eretto davanti a sé e lo ama nella sua concretezza fatta anche di miseria.
Comunque ci hai lasciati in buone mani: don Vincenzo in questi giorni è stato
straordinario e certamente insieme riusciremo a proseguire il cammino
intrapreso. Chiederemo al nostro Vescovo di sostenere la nostra comunità
come sappiamo che ha già fatto e come hanno fatto i suoi predecessori. Vogliamo
prometterti che continueremo a servire la Chiesa che tu tanto hai amato perché luogo dove
l'uomo può incontrare Gesù Cristo e saremo vicini ai futuri pastori a cui
il Signore vorrà affidarci e li custodiremo perché sappiamo bene che non
dobbiamo rimanere fedeli a te ma fedeli al Cristo che tu ci hai testimoniato
con le tue parole e il tuo agire. Arrivederci, caro Don Renzo!
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