lunedì 11 gennaio 2016

Scafisti gettano donne in mare
Ancora una tragedia in mare, questa volta nelle acque di casa nostra, in Puglia. Scafisti senza scrupoli avrebbero spinto in mare i migranti, di nazionalità somala, scappando poi a bordo dell'imbarcazione. Una donna è stata trovata senza vita, altre quatrro sono date per disperse. Il cadavere è stato recuperato vicino ad uno scoglio, in localitá Felloniche, non lontano da Capo di Leuca dove un gruppo di donne sarebbe stato scaraventato in mare dagli scafisti. La donna indossava jeans e un reggiseno. Ricerche sono in corso nelle acque del Capo di Leuca per trovare le donne disperse che farebbero parte di un gruppo di migranti di nazionalità somala scaricato in mare da scafisti che, poi, a bordo di un natante, hanno ripreso il largo. 

A bordo avrebbero viaggiato 42 immigrati, ne sono stati rintracciati 37. A bordo del natante vi erano, secondo quanto accertato finora, 21 donne e un minorenne. Nella zona stanno operando mezzi della Capitaneria di porto, Carabinieri e il nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco. Tre i punti in cui sarebbe avvenuto, intorno alle 3.30 della notte, lo sbarco in mare. Prima a Marina di Novaglie, in località Ciolo, dove un primo gruppo di migranti è stato trovato sugli scogli, poi a Leuca e infine a Felloniche dove invece i rinvenimenti sono avvenuti lungo la strada. Cinque persone sono state ricoverati in ospedale per ipotermia e contusioni; una donna morta e quattro dispersi. Secondo quanto raccontato ai soccorritori da alcuni dei migranti, il gruppo - composto da 42 persone - sarebbe partito un paio di giorni fa dalla Grecia, a
bordo di un semicabinato. Tra i cinque ricoverati c'è anche un bambino di 10 anni.

Il vescovo Angiuli: serve azione concreta. "La pietà e il dolore non bastano, serve un'azione concreta". Lo ha dichiarato il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito Angiuli, che stamattina è arrivato nella Marina di Felloniche per benedire la salma di una giovane somala, prima che venisse portata nella camera mortuaria dell'ospedale Fazzi di Lecce. Monsignor Angiuli ha lanciato un appello alle istituzioni: "Si proceda rapidamente ad abbattere i muri ideologici attualmente in piedi e si accellerino i processi di risoluzione dei problemi nei Paesi di origine di questi migranti. Le persone continuano ad abbandonare quelle terre mettendo in moto un esodo incessante dalle conseguenze molto spesso tragiche".

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